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I Rosacroce e Giordano Bruno sono oggettivamente due cose distinte e separate. Il nolano, filosofo individualista, visse poco prima dei rosacrociani, ma perchè affermiamo che tra la leggendaria setta segreta e Giordano Bruno ci sia un legame? Scopriamolo insieme e teniamo ben in mente che il sapere vive sempre unito, mai slegato.

I Rosacroce: chi sono?

I Rosacroce sono un ordine segreto di tipo mistico-cabalistico e cristiano, rivendicano l’appartenenza e la discendenza direttamente dai Cavalieri del Graal e dei Templari. Le loro pubblicazioni, “Fama fraternitatis Rosae Crucis” di Christian Rosenkreuz, e “Le nozze chimiche” di Valentinus Andreae, fecero scalpore in tutta Europa.

I membri dell’Ordine Rosacroce si dedicano allo studio e all’applicazione pratica delle leggi della natura nelle loro forme più alte, non è una confraternita religiosa, nè politica, ma al tempo, essendo nati nell’area germanica, furono molto più vicini alle tesi di Lutero.

La loro missione nella vita era conservare segretamente il sapere per accedere alla via della sapienza. Le tematiche trattate erano: il cosmo e la relazione con esso, la mente umana e i suoi processi di ragionamento, il miglioramento dei poteri mentali, l’alchimia mentale, i principi di guarigione metafisica, come concentrare ed usare l’energia interiore ed infine la lettura dei simboli.

Tantissimi personaggi famosi nella storia sono stati Rosacrociani, come Newton, il quale oltre alla sua opera scientifica in realtà ha studiato tutta la vita l’alchimia; Victor Hugo, che tramite gli ambienti parigini si inoltrò nelle confraternite iniziatiche; Goethe, poeta e medico; Dalì, considerato l’ultimo dei Rosacroce.

Che legame intercorre tra l’organizzazione e Giordano Bruno?

Napoli, città delle accademie iniziatiche

Sappiamo che Giordano Bruno viaggiò in tutta l’Europa. Era accolto nelle corti come un genio grazie alla sua arte lulliana della memoria. Fu invitato anche a Zurigo da un certo alchimista svizzero, Raphael Egli. Qui Bruno fu accolto ed apprezzato da un circolo di alchimisti di ispirazione paracelsiana, in cui il filosofo nolano veniva visto come un maestro, costituendo la cosiddetta “setta dei Giordanisti”.

Si è sempre cercato di capire se questa tappa nella vita del filosofo nolano sia stata occasionale o abbia modificato il corso della sua vita e del movimento dei Rosacroce. A tale scopo si è rivelato di estremo interesse l’esame di un manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli.

Si tratta di tre diversi testi: il primo è il resoconto di un colloquio in cui il Papa Bonifacio VIII chiede all’alchimista Arnaldo Villanova i segreti ermetici ed alchemici. La data corrispondente di questi testi risale alla fondazione a Napoli di un’Accademia filosofica di Girolamo Ruscelli.

Girolamo Ruscelli scriveva sotto lo pseudonimo di Alessio Piemontese e qui, a Napoli, strinse amicizia con il principe di Salerno, Ferrante Sanseverino. Con l’appoggio della corte, poté formare la sua accademia che ebbe dei problemi quando fallì la congiura ai danni del viceré Pedro Alvarez di Toledo. Questo evento determinò la caduta del principe di Salerno.

Molti degli scritti alchemici trovati a Napoli, trasferiti poi nella Biblioteca, avevano dimora proprio nella Basilica di San Domenico Maggiore, lì dove Giordano si formò. Il giovane filosofo si trovava dinanzi a libri che poteva leggere e libri che gli erano vietati. Grazie alla sua grande smania di conoscenza, lesse uno in particolare che gli era stato bandito, “La Fenice”, che trattava della memoria e dell’arte lulliana.

San Domenico Maggiore

Tra i frequentatori dell’accademia di Ruscelli ci fu il giovane Giovan Battista Della Porta, il quale a sua volta fonda l’Accademia dei segreti, con lo stesso obiettivo della confraternita di Ruscelli. Bruno visse a Napoli in questo proliferare di organizzazioni ermetiche, alle quali non volle mai partecipare direttamente per mantenere una sua individualità, ma apprese molto da loro e condivise quel sapere.

L’Accademia dei segreti aveva due sedi: una nel Palazzo dei Della Porta in Via Toledo, e l’altro nella villa chiamata “delle Due Porte”. Proprio in questa villa son stati trovati dei sotterranei e degli affreschi che attestano la presenza di riti di natura ermetica. Queste due Accademie sono le antesignane dei Rosacroce e Bruno è il ponte tra il sapere ermetico e segreto che da lì a poco si svilupperà in Germania.

Tutto ciò crea un filo rosso che parte dalle accademie iniziatiche di ispirazione egizia, cabalistica, passando per Giordano Bruno, e arrivando ai Rosacroce, che si evolveranno ancora nella massoneria. Da tutto questo intuiamo che le caratteristiche di magia, inspiegabilità, cosmopolitismo, sono così intrinseche nel sapere partenopeo da essere il DNA della città stessa.

Bibliografia

Somma dei termini metafisici con il saggio Bruno in Svizzera tra alchimisti e Rosacroce, a cura di G. del Giudice, Roma, Di Renzo, 2010

Le zifere o della scrittura segreta, a cura di R. Lucariello, Filema, Napoli, 1996

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