La Madonna di Materdomini di Nocera Superiore è una delle Sette Sorelle campane. Per di più, il suo è uno dei culti più antichi, capace di trasformarsi e perdurare fino ai giorni nostri con una partecipazione di popolo che ha pochi eguali. La sua origine è a metà tra la storia e la leggenda. Tutto avrebbe inizio da una contadina…
La contadina e il guerriero sacerdote
XI secolo. Ad una contadina nocerina di nome Caramari appare in visione la Madonna che la invita a scavare sotto una quercia. In quel punto viene ritrovata un’immagine della Vergine, perfettamente conservata tra due lastre di marmo (episodio simile a quello del ritrovamento dell’icona della Madonna delle Galline!). In questo punto viene costruito un piccolo tempietto di devozione. Questa è la leggenda all’origine della “cona” della Madonna di Materdomini (che in latino significa “madre degli uomini“, come poi sarà chiamata in seguito).
Dalla leggenda della contadina passiamo alla storia (ben più documentata) di un guerriero divenuto poi sacerdote: Pietro Ferrara, guerriero del XII secolo della famiglia signorile dei Ferrare di Roccapiemonte, dopo una vita vissuta nelle milizie dei re normanni, abbandona la vita militare e si converte a quella religiosa. Nel 1169 Pietro, detto poi “Pietro de Regina Coelorum“, dopo aver incentivato il culto della Madonna a Nocera, acquista un terreno dove edifica la nuova chiesa su autorizzazione dell’arcivescovo di Salerno Romualdo II Guarna. Inizialmente è chiamata S. Maria della Fratta e solo dal 1172 si hanno testimonianze sull’intitolazione alla “Materdomini”.
Da un monaco… all’altro!
La prima chiesetta della Madonna di Materdomini viene consacrata dal Pontefice Niccolo II il primo maggio 1061. Da quel momento, diversi sovrani e imperatori le hanno fatto visita. La gestione dell’edificio sacro passa nel corso dei secoli nelle mani di diversi ordini monastici.
In primis i Benedettini, in quanto il nuovo edificio costruito da Pietro Ferrara viene fondato sulla regola benedettina, con annesso monastero. Nel 1450 il cardinale Luigi d’Aragona lo affida ad una congregazione di preti secolari chiamati “Preti bianchi“, in quanto indossavano una tonaca chiara. Nel ‘600, poi, sono i monaci Basiliani ad occuparsi del complesso, impegnandosi anche in un’opera di restauro e rifacimento dell’edificio sacro.
Infine arriviamo all’800, quando vi si insediano i Frati Francescani, che ancora oggi soggiornano nel complesso della Madonna di Materdomini.
L’icona sacra della Madonna di Materdomini
La leggenda della contadina Caramari presupporrebbe una datazione molto antica dell’icona sacra della Madonna di Materdomini, risalente all’epoca bizantina. In realtà, sia l’iscrizione latina (e non in greco come è consuetudine nelle icone bizantine) e la resa plastica fanno supporre che si tratti di un’opera di un artista occidentale ad imitazione di un prototipo bizantino. Il lieve accenno a un rinnovamento stilistico, dunque, ha portato gli studiosi a datare il manufatto non oltre il terzo quarto del XIII secolo.
La Madonna è raffigurata a mezzo busto su fondo oro. Con una mano regge il Bambino e con l’altra lo indica, secondo l’iconografia dell’Hodigitria. Con un gesto di dolcezza tende il capo verso il bambino, il quale invece regge con la mano sinistra un rotolo. L’immagine è custodita all’interno di un tempietto posto nella navata principale del Santuario.
I bombardamenti della guerra
Il ciclo di dipinti realizzato da Giacinto Diana nel 1775 è distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, insieme al cassettonato ligneo che conteneva diversi dipinti, tra cui alcuni di Angelo Solimena. Una perdita notevole dal punto di vista storico artistico. La nuova volta del Santuario della Madonna di Materdomini viene realizzata nel 1947 da Vittoriano Carelli e Rosanna Lancia (che ha lasciato il segno anche nel Santuario della Madonna di Bagni a Scafati).
Nonostante queste perdite, l’edificio sacro non ha perso la sua importanza storica e il suo fascino.
La festa della Madonna di Materdomini: tra fede e folklore
Come per altri culti mariani della Campania, la Madonna di Materdomini di Nocera Superiore è celebrata con grande partecipazione popolare, in un miscuglio indissolubile di fede e folklore. La festa è celebrata il 15 agosto, giorno dell’Assunzione di Maria, ma già dai giorni precedenti numerosi fedeli si recano a piedi da ogni parte del territorio.
Le processioni sono cadenzate dalle preghiere ma anche dai canti della tradizione popolare, accompagnate dai tammorrari e dai cantori. Il tutto a formare una caratteristica cornice per uno dei culti più sentiti della Campania.
Foto di copertina di Mariano2397, CC BY-SA 4.0
Bibliografia
- S. Russo, Tra fede e folklore: riti e rituali di ieri e di oggi nell’Agro nocerino-sarnese, Edizioni Nord-Sud, Scafati 2001.
- G. Orlando, Storia di Nocera de’ Pagani, Editrice Gaia, 2018.
- S. Somma – C. Zarra (a cura di), Giuseppe Messina. Storia Nocerina Sagra, Printart Edizioni, 2018.
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