La Baia di Ieranto è un’insenatura posta all’estremità della penisola sorrentina, nei pressi di Punta Campanella, sul versante geograficamente parte della Costiera amalfitana. Si raggiunge attraverso un sentiero montano a partire da Nerano, frazione di Massa Lubrense, ed è inserita nella più ampia Area Marina Protetta di Punta Campanella. La baia fa inoltre parte dei beni gestiti dal FAI – Fondo Ambiente Italiano.

Baia di Ieranto dall’alto. Ph f4b1u5.

Rinascita della natura tra mare e montagna

Ieranto si presenta come un sentiero dei Monti Lattari in bilico sul mare cristallino. La passeggiata parte in piano da Nerano, raggiungendo Villa Rosa, dove visse Norman Douglas, autore de “La terra delle sirene“. Si prosegue scendendo tra gli arbusti tipici della macchia mediterranea, riportati alla loro autenticità attraverso interventi di restauro ambientale, con una pendenza che diventa sempre maggiore.

Dall’alto si comprende la conformazione dell’insenatura. La baia sul lato orientale è delimitata da un promotorio la cui forma ricorda un enorme falco. Tale similitudine sarebbe forse alla base del nome della baia, dal greco “ιεραξ (ierax)”, cioè rapace. La parte occidentale affaccia invece su Punta Campanella. Si raggiunge il mare scendendo i gradoni che portano a una delicatissima caletta, la spiaggia di Capitello, l’unica della baia accessibile via terra. Da qui in lontananza si scorgono i Faraglioni di Capri.

L’area fu donata al FAI dall’Italsider nel 1987. Ieranto è infatti stata una cava di estrazione della pietra calcarea. Il precedente insediamento industriale si è trasformato oggi in archeologia industriale e la baia, donata al FAI proprio per proteggerla dai rischi di speculazione, è oggi un esempio virtuoso di integrazione tra ambiente, turismo e ricerca scientifica.

La natura della Baia di Ieranto.

L’Area Marina Protetta di Punta Campanella

L’ambiente marino della baia, per la sua elevata biodiversità, fa parte dell’area protetta di Punta Campanella. Sono consentite un numero limitato di attività, tali da permettere una fruizione sostenibile dell’ambiente. Sono infatti vietate la navigazione di imbarcazioni e la pesca sportiva o subacquea.

Dopo essersi inoltrati tra le rocce della montagne per raggiungere la spiaggia, si scopre che i fondali marini sono la vera ricchezza nascosta della Baia di Ieranto. Il costante monitoraggio dell’area, che impedisce l’accesso alle imbarcazioni a motore, e lo studio subacqueo dei fondali, hanno permesso di censire 260 specie, tra cui il 90% stanziali e il restante che si divide tra quelle che transitano periodicamente nell’area (6%) e quelle del tutto occasionali, come i delfini.

Nella salvaguardia e nel monitoraggio della Baia di Ieranto è prezioso il contributo dei volontari del Project Mare. Dal 2013 l’Area Marina Protetta di Punta Campanella ospita infatti per 9 mesi un gruppo di giovani attivisti che collabora con entusiasmo alla pulizia e al monitoraggio, sia terrestre che subacqueo, dell’area.

Pelagia noctiluca nelle acque della Baia di Ieranto. Ph. project_mare.

L’upwelling

La biodiversità della Baia di Ieranto è favorita dal fenomeno dell’upwelling, che consiste nella risalita dell’acqua dagli strati più profondi del mare verso quelli superficiali. Le acque provenienti dal fondo, più fredde e ricche di nutrienti, permettono di dar vita al ricco ciclo biologico alla base della varietà di flora e fauna dell’area.

Nella Baia di Ieranto, sin dall’inizio delle attività nel 2011 si è palesato davanti ai nostri occhi (o meglio alle nostre maschere), un ambiente ricchissimo di forme e colori diversi, ovvero specie, microhabitat, piccole cavità, profondi canyon e fondali verdi.

(Domenico Sgambati, biologo marino e oceanografo – Area Marina Protetta Punta Campanella)

L’upwelling preserva inoltre dagli effetti del riscaldamento globale e limita in modo notevole l’inquinamento. L’acqua che sale dai fondali, che hanno una profondità anche attorno ai 1000 metri, permette di influenzare la temperatura delle acque in superficie, garantendo pulizia e freschezza.

Il mondo sottomarino della Baia di Ieranto. Ph. project_mare.

La costiera selvaggia

La Baia di Ieranto è del tutto isolata rispetto al contesto turistico della costiera amalfitana. Qui la natura è ritornata a essere protagonista del paesaggio, permettendo di scoprire un modello di sviluppo sostenibile tra la flora, la fauna e le attività antropiche responsabili. Una dimostrazione di turismo ecocompatibile, se si pensa a hiking, kayak e snorkeling, portata avanti con perseveranza e passione.

Nelle acque della baia non troveremo le tante imbarcazioni che affollano le acque di Amalfi e ameremo Ieranto anche per questo.  L’area ci restituisce un’immagine della costiera selvaggia, che non abbiamo mai conosciuto del tutto. Ci troviamo in uno scenario inedito, dove l’uomo non è protagonista bensì una piccola particella che silenziosamente cura il sentiero e le acque. Un esempio di come la riduzione e la limitazione dei tanti servizi a cui siamo abituati, dalle barche a motore ai chioschetti in riva al mare, possano regalarci una ricchezza del tutto inaspettata, che avevamo quasi dimenticato di volere. Ieranto, come le sue acque profonde che risalgono dagli abissi, ci regala un incanto improvviso, sopito per lungo tempo.

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  1. Avatar Corinna Ferrari
    Corinna Ferrari

    luogo tanto affascinante, quanto impressionante. Si capisce perché ne hanno parlato, con tremore, gli antichi.

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