In tutta Italia ci sono strade chiamate “cavallerizza” o “cavalcatoio“. Sono gli ultimi testimoni delle antichissime tradizioni medievali, quando i cavalli erano l’unico modo di muoversi, ma anche un mezzo per divertirsi.

A Napoli ci sono alcune strade che hanno conservato “cavallerizza” nel nome. mentre il cavalcatoio è rimasto in un piccolissimo vicolo in zona Ferrovia.

Palazzo della Cavallerizza di Chiaia
La caserma della Cavallerizza di Chiaia, la facciata è diventata oggi il Liceo Umberto

Cavallerizza e Cavalcatoio: giostre e tornei a Via Carbonara

Molte strade hanno cambiato nome ed uso nel corso dei secoli. Ad esempio a Napoli l’attuale Via Carbonara, che porta a Piazza Garibaldi, dovrebbe farci sospettare qualcosa a causa della sua insolita larghezza. Al tempo di Carlo II d’Angiò era un vastissimo spiazzo al di fuori delle mura cittadine nel quale si praticavano giochi e giostre medievali. Poi diventò un ricovero di spazzatura: nel medioevo erano chiamate “carbonarium” i luoghi dove si accumulavano detriti e acque sporche. Anche se alcuni, come Carlo Celano, pensavano che “carbonara” venisse da un deposito di carbone. In ogni caso rimarrà a bocca asciutta chi associava ingenuamente “carbonara” alla famosa ricetta romana!

Dobbiamo aspettare poi i tempi di Ferrante d’Aragona per cambiare location: la nuova cavallerizza privilegiata dalla corte aragonese sarà invece quella alle spalle del Ponte della Maddalena, al posto dell’attuale Via Marina.

Roberto d'Angiò giostra
Due nobiluomini che si sfidano in una giostra medievale

Giostre e Tornei

Le giostre e i tornei non erano una cosa per poveri. Si trattava di una prova di valore importantissima e fondamentale per i nobili, sin dai tempi del primo medioevo. C’era un altissimo tasso di morte e una ancora più alta possibilità di rimanere invalidi a vita per un incidente: due cavalieri, con un’asta (nei primi tempi era appuntita e portava anche alla morte per perforazione, nel XIII secolo si cominciò ad usare il legno spuntato), prendevano la rincorsa per disarcionarsi. Il più valoroso del torneo vinceva un premio e . La chiesa provò disperatamente a fermare questa pratica, arrivando addirittura alla scomunica, ma proseguì in tutta Europa fino al XVII secolo con eventi sempre più sfarzosi e . Grandi amanti delle giostre erano gli Angioini di Napoli, con Roberto d’Angiò rappresentato in un torneo in una famosissima miniatura.

Non è un caso allora se c’è una cavallerizza vicino al Castel dell’Ovo (Via Cavallerizza a Chiaia, più recente, verso la fine del ‘500), al Castel Capuano (Piazza della Sellaria) e al Castel Nuovo (largo delle corregge). Gli ultimi due castelli erano anche sede del potere napoletano nel medioevo.

Largo mercatello piazza dante
Largo Mercatello, oggi Piazza Dante, ai tempi dell’epidemia di peste. Era usato come cavalcatoio per i giovani nobili, in modo da imparare ad andare a cavallo. Dipinto di Micco Spadaro

Cavalcatoi e Cavallerizze che non ti aspetti

Il cavalcatoio e la cavallerizza non fu solo una denominazione ludica: nel corso del tempo le giostre medievali furono sempre più accantonate, anche per colpa dei tragici incidenti che le caratterizzavano, e queste aree per i cavalli rimasero adibite ad uso per lo più militare. Ecco che abbiamo allora molti cavalcatoi in prossimità di caserme, come quello nato nell’insenatura lasciata dall’acqua nel Largo delle Pigne, oggi Piazza Cavour, alle spalle del Museo Nazionale che, non a caso, nei progetti originali doveva essere una caserma di cavalleria.

Anche Largo Mercatello, l’attuale Piazza Dante, era un cavalcatoio intorno al XV secolo, quando era giusto un grosso appezzamento di terra fuori alle porte della città.

Un cavalcatoio famoso fu quello di Via Corriera Grande: oggi sopravvive solo un “Vico I Cavalcatoio” che ricorda la vera origine della zona alle spalle della Ferrovia. Proprio qui, sul finire dell’800, ci fu il primo tentativo di regicidio della Storia dell’Italia unita contro Umberto I di Savoia. (il primo in assoluto fu sempre a Napoli, ma contro Ferdinando II nel 1856)

Villa Reale
La Villa Reale di Napoli in un dipinto di metà XIX secolo

L’ultimo cavalcatoio in Villa Comunale

Nel XIX secolo tempi erano ormai cambiati, i cavalieri non avevano più armature, ma solo giubbe militari. I nobili, però, non avevano rinunciato al vezzo della cavalcata. Ed ecco che nella Villa Reale, ai tempi di Ferdinando II, fu adibito un cavalcatoio rimasto attivo fino alla II Guerra Mondiale.
Anche se non esiste traccia nella toponomastica cittadina di questo dettaglio della Villa, possiamo dire che si tratta dell’ultima esperienza di un antichissimo retaggio storico sostituito dalle automobili di lusso, diventate lo standard di ricchezza dei tempi moderni.

Poi, nel 2015, fu rievocata una giostra medievale dei sedili di Napoli a Piazza del Plebiscito.

-Federico Quagliuolo

Riferimenti:
Alfredo D’Ambrosio, Le strade di Napoli Antica nella città moderna, Editore moderna, Napoli, 1972
Gino Doria, Le strade di Napoli, Ricciardi Editore, Milano, 1982
https://www.cavalleriasanmaurizio.com/giostra-medievale/

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