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Il più grande e antico cimitero della città di Napoli nacque nel XVIII secolo, eppure, quell’area ha acquisito una “tradizione di sepolture” molto tempo prima: infatti, proprio lì furono sepolti molti dei soldati francesi che morirono di colera durante la tentata invasione di Napoli del 1528, guidati dal conte di Lautrec. L’intricata rete di viali che costituisce l’odierna struttura, tuttavia, non è sorta in una sola volta: è l’insieme di più strutture cimiteriali, sorte nel corso dei secoli, costituendo, ad oggi, uno dei luoghi di sepoltura più monumentali, antichi e grandi d’Italia.

Cimiteri di Napoli
Tutti i cimiteri della collina di Poggioreale

I cittadini, solitamente, adoperavano cave di tufo, fosse comuni, o addirittura cavità sottostanti l’Ospedale degli Incurabili per la sepoltura dei loro cari. Un esempio è quello dell’antichissimo cimitero delle fontanelle o le adiacenti catacombe di San Gennaro e di San Gaudioso. I ricchi e i nobili, invece, erano soliti ricorrere a delle più “regali” tombe all’interno di chiese, quando possibile, oppure in cappelle private, usanza che sarebbe andata avanti anche in tempi a noi più recenti, come nel caso del Mausoleo Schilizzi.

Il Cimitero delle 366 fosse

Il primo nucleo del Cimitero di Poggioreale sorge con il “cimitero delle 366 fosse“, costruito ai piedi della collina di Poggioreale dal celebre architetto Ferdinando Fuga, autore, tra le altre strutture, del Real Albergo dei poveri. Fu incaricato per conto dell’allora giovanissimo re Ferdinando IV di Borbone, affiancato dal fedele primo ministro Bernardo Tanucci, nel 1762. L’opera fu conclusa in un solo anno.

Cimitero di poggioreale, cimitero delle 366 fosse
Cimitero delle 366 fosse come appare oggi

Inizialmente chiamato “Cimitero di Santa Maria del popolo“, la sua edificazione fu dedicata ai meno abbienti, che non avrebbero potuto permettersi sepolture dignitose e fu tra le prime opere realizzate durante il regno di Ferdinando IV.

Fu un’opera molto innovativa, oltre che di grandissima importanza per Napoli: infatti, anticipò di circa cinquant’anni l’editto napoleonico che impediva di seppellire i morti entro le aree abitate cittadine, per motivi igienici.

La struttura consta di un ampio cortile di 80 metri per lato, che ospita buche quadrate, di 80 centimetri per lato, con coperchi numerati e disposti su 19 file per lato. Queste buche nascondono un sistema di gallerie sotterranee, che fanno da ossario, oltre che da fondamenta della struttura. Le fosse sono 366 poichè corrispondono ai giorni dell’anno: ne veniva aperta una al giorno per ospitare i morti in quella data.

Il cimitero rimase attivo fino al 1890, arrivando ad ospitare circa settecentomila corpi. Negli anni ’60 del ‘900 furono aggiunti dei loculi alle pareti.

Cimitero di Santa Maria del Trivio

Un altro tassello del complesso cimiteriale di Poggioreale, fu costruito di fianco al cimitero delle 366 fosse, nel 1836, al seguito dell’epidemia di colera che portò alla morte anche Giacomo Leopardi. Anche questo progetto, disegnato da Leonardo Laghezza, fu ultimato in appena un anno. Dello stesso architetto è anche la chiesa del Purgatorio, al suo interno.

Meno regolare e meno finemente progettato rispetto al suo predecessore, la sua superficie di circa 21.000 metri quadri ospita monumenti funebri distanziati tra loro e di vario stile e molta vegetazione. Negli anni a seguire subì delle espansioni, fino a raggiungere la dimensione di circa 32.000 metri quadri. Terminò la sua attività a inizio ‘900.

Cimitero di Santa Maria del pianto

Omonimo della chiesa seicentesca dell’architetto Francesco Antonio Picchiatti, autore del più noto obelisco di piazza San Domenico. Al di sotto sono presenti ipogei greci (non visitabili), scoperti al seguito di alcuni cedimenti strutturali, negli anni ’80 del ‘900. Il cimitero fu inaugurato attorno al 1865, in un’area già adoperata per le sepolture durante l’epidemia di peste del 1656.

La struttura si sviluppa in pendenza, è molto riccamente edificata, la sua superficie è di circa 28.000 metri quadri e presenta prevalentemente cappelle private, oltre a varie strutture di congregazioni. Molto ricco di vegetazione, specialmente cipressi.

Recentemente è stato approvato un ulteriore ampliamento.

Cimitero degli inglesi

Il “Cimitero acattolico di Santa Maria della fede“, anche noto come cimitero degli inglesi, fu edificato nel 1826, nei pressi dell’omonima chiesa seicentesca, su iniziativa di sir Henry Lushington e la comunità inglese di Napoli. Subì un ampliamento nel 1852, per poi essere dismesso in definitiva nel 1892, per via delle costruzioni del Risanamento, che hanno interessato l’area nei dintorni di piazza Garibaldi. Il cimitero, con poche tombe in un folto prato, è tutt’oggi presente in piazza Santa Maria della fede.

La nuova struttura, di cui il nucleo originale è molto distante dall’area cimiteriale di Napoli, fu ricostruita in via Nuova del campo, dov’è tutt’oggi visitabile, di fronte al cimitero di Santa Maria del pianto. Ha una superficie di circa 14.000 metri quadri e ospita l’ultima dimora di molti nomi di spicco, quali quello della matematica ed astronoma Mary Somerville, il botanico Friedrich Dehnhart ed il pittore Anton Van Pitloo.

Cimiteri di napoli cimitero inglese via nuova del campo
Cimitero britannico di Napoli in via Nuova del Campo. Foto di Federico Quagliuolo

Cimitero monumentale

La prima metà della parte più densamente edificata dei cimiteri di Napoli, i lavori iniziarono nel 1812, durante l’occupazione napoleonica.

Dopo la morte di Gioacchino Murat ed il Congresso di Vienna, i lavori si interruppero per qualche anno, per poi riprendere nel 1821. Fu ultimato solo nel 1839, durante il regno di Ferdinando II di Borbone, con il contributo degli architetti Ciro Cuciniello, noto per i suoi presepi e Stefano Gasse, autore dell’ingresso monumentale, oltre che di altre grandi opere come l’osservatorio di Capodimonte e palazzo San Giacomo.

Cimiteri di napoli Monumentale
Cimitero monumentale di Napoli, uno dei cortili. Foto di Federico Quagliuolo

E’ una struttura imponente, di circa 162.000 metri quadri. Presenta una fitta e rigogliosa vegetazione all’inglese, numerosi viali ospitanti altrettanto numerose cappelle private, spesso disposte su terrazzamenti a più livelli e sono presenti anche molti edifici di congregazioni. Il nucleo principale è costituito dal chiostro grande, contenente un ampio ipogeo, circondato da un colonnato. Davanti ala struttura c’è uno spiazzo con altre tombe, molte delle quali oggi in stato di totale abbandono.

Cimiteri di napoli monumentale cortile maggiore
Cimitero monumentale, cortile principale

In esso è presente il noto “quadrilatero degli uomini illustri”, in cui figurano nomi quali quello dell’ingegnere Gioacchino Mellucci, i presidenti della Repubblica Enrico de Nicola e Giovanni Leone, il fascista Aurelio Padovani, la cui tomba originale fu demolita durante la guerra, Tito Angelini, Vincenzo Gemito e moltissimi altri personaggi degni di nota nella storia di Napoli e d’Italia.

Nel 1889 fu realizzata un’espansione del Monumentale, al di là di Via Santa Maria del Pianto, che fa da spartiacque: il cimitero di Santa Maria della pietà, di circa 66.000 metri quadri, anch’esso ricco di vegetazione, pensato originariamente per i meno abbienti, rimase in uso fino al 1930 circa.

Cimitero di Santa Maria del riposo

Già nel 1897 fu tracciato lo spazio da utilizzare per una corposa espansione del cimitero Monumentale, che venne realizzata solamente nel 1936. Originariamente chiamato “Cimitero nuovissimo“, si sviluppa con un reticolo di ampi e rettilinei viali che si aprono a partire da un ancor più ampio viale centrale, intervallato da scalinate e contornato da due rotonde. Quando si accede dall’ingresso principale, antistante al Monumentale, si scorge in cima alle scalinate una grande scritta: “RISORGEREMO”.

Ha una superficie simile a quella del cimitero Monumentale.

Cimiteri di napoli nuovissimo
Cimitero “nuovissimo”, viale principale

Densamente edificato, presenta un’ampia area verde, un’ grande ipogeo comune realizzato tra gli anni ’70 e ’80 e prevalentemente cappelle private, anche di recente edificazione.

Cimitero israelitico

Un primo cimitero ebraico risale al 1838, lungo l’oramai irriconoscibile via Vecchia Poggioreale. A metà del XIX secolo, i membri della famiglia Rothschild di Napoli acquistarono un giardino a Posillipo per farne un cimitero ebraico, ma le lapidi furono spostate nel Monumentale nel 1875. L’attuale cimitero israelitico di Napoli è di recente costruzione, oltre che il più piccolo presente a Napoli: ha una superficie di circa 2000 metri quadri e risale al 1963. E’ un distaccamento di quello di Santa Maria del Pianto.

-Leonardo Quagliuolo

Per approfondire:

Comune di Napoli

Cimitero Britannico di Napoli

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