Uno degli eventi più macabri e misteriosi di Ravello è il cosiddetto “sacrificio di Villa Rufolo”, avvenuto nell’aprile del 1841
Il contesto storico di Ravello
Nel XIX secolo, Ravello era un luogo di leggende e superstizioni. Tra queste, una delle più persistenti riguardava un tesoro nascosto nei sotterranei di Villa Rufolo, un magnifico complesso architettonico che domina la Costiera Amalfitana. La leggenda narrava che solo attraverso un rito propiziatorio, che richiedeva il sacrificio di un’anima innocente, si poteva accedere a queste ricchezze.
Il crimine
Il 6 aprile 1841, un bambino di tre anni, Onofrio Somma, fu rapito mentre giocava nel largo di Santa Maria del Lacco. Il piccolo fu portato a Villa Rufolo, dove fu sacrificato. Questo crimine orribile fu orchestrato da Tommaso Manzo, noto come “Tommasone”, e dai suoi complici. Manzo, un pregiudicato per reati di furto e violenza privata, credeva che il sacrificio fosse necessario per ottenere il tesoro nascosto.
Le conseguenze
La scoperta del crimine scosse profondamente la comunità di Ravello. Gli atti processuali e un manoscritto di sir Francis Nevile Reid, che acquistò la villa nove anni dopo, documentano l’orrore di questo evento. Manzo e i suoi complici furono arrestati e processati, ma il ricordo del sacrificio rimase impresso nella memoria collettiva della cittadina.
Villa Rufolo oggi
Oggi Villa Rufolo è una delle principali attrazioni turistiche di Ravello, famosa per i suoi giardini e la sua architettura mozzafiato. Tuttavia, il ricordo del sacrificio del 1841 rimane un capitolo oscuro nella storia della villa. I visitatori possono ancora percepire l’aura di mistero che avvolge questo luogo, un tempo teatro di un crimine così efferato.
Sitografia
Quotidianocostiera.it
Wikipedia
VillaRufolo.it
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