La funicolare è forse il mezzo di trasporto più caratteristico della città di Napoli e favorisce gli spostamenti tra i ripidi dislivelli delle colline cittadine, collegando aree altrimenti distanti. Le funicolari di Napoli accompagnano i cittadini da poco più di un secolo.

Funicolare di Chiaia

Nata poco prima della funicolare di Montesanto, è la prima funicolare ad essere entrata in funzione a Napoli. La sua attività iniziò ad ottobre del 1889, in pieno periodo di Risanamento. La costruzione fu ad opera della ditta Fermariello.

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Via Cimarosa e la Funicolare di Chiaia, inizio ‘900. Non ci sono grosse differenze rispetto ad oggi, eccezion fatta per la fabbrica che fiancheggia la stazione, sostituita negli anni ’20 con un grande edificio ancora oggi presente.

Con un tratto percorso di 536 metri, collega via Cimarosa, al Vomero, con piazza Amedeo, nel quartiere Chiaia, con due fermate intermedie, edificate nei primi anni del ‘900: Palazzolo, nella residenziale e panoramica via Palizzi e poi corso Vittorio Emanuele, in prossimità del Castello Aselmeyer di Lamont Young.

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Illustrazione d’epoca dell funicolare di Chiaia. Foto di Leonardo Quagliuolo.

Prima della costruzione della funicolare, l’unica alternativa per il raggiungimento del quartiere Chiaia dal Vomero rispetto alle strade che tutt’oggi possiamo vedere era la lunga e ripida Calata San Francesco, che da via Belvedere porta ancora oggi alla Riviera di Chiaia, intervallata da una serie di gradini.

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In rosso, l’antica “Salita del Vomero“, oggi Calata San Francesco. Da: mappa di Napoli del 1860, Harvard Library.

La costruzione fu voluta dalla Banca Tiberina, originale proprietaria di buona parte dei lotti su cui è sorto il quartiere Vomero.

Lo spiazzo antistante la stazione, che sbuca su via del Parco Margherita a Chiaia, riporta tutt’oggi la targa “Proprietà delle Ferrovie del Vomero“, la società che rilevò la proprietà dopo il grande scandalo che coinvolse la banca.

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Targa delle Ferrovie del Vomero a via del Parco Margherita

Alle Ferroive del Vomero subentrò l’ATAN, nel 1975, che nel 1995 divenne ANM. Da allora, la funicolare è di loro gestione. Sono stati fatti degli importanti rinnovamenti strutturali alle stazioni, in particolare di Chiaia e del Vomero, nel 2004, che hanno compreso la creazione di un sottopassaggio tra la stazione della metropolitana linea 1 Vanvitelli e la funicolare. Le due stazioni di mezzo sono, invece, pressochè invariate.

Funicolare di Montesanto

La funicolare di Montesanto collega la collina del Vomero, nel suo punto più alto, quasi a metà strada tra il Castel Sant’Elmo, e piazza Vanvitelli alla viva e caratteristica zona della Pignasecca, nell’area in cui sorgeva l’antica porta medina e nelle immediate vicinanze dell’ospedale dei Pellegrini e della stazione della Ferrovia cumana e circumflegrea, con cui condivide la struttura di accesso e non è distante dalla stazione della attuale linea 2 della metropolitana, risalente agli anni ’20 del secolo scorso.

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Funicolare di Montesanto, stazione di via Morghen, al Vomero. Oggi, l’aspetto della stazione, così come dei palazzi sullo sfondo, è molto diverso.

La funicolare di Montesanto, inizialmente gestita dalle Officine Ferroviarie Meridionali, fu inaugurata il 30 maggio 1891, simultaneamente all’ inizio dell’edificazione del quartiere Vomero. Collega ancora oggi l’elegante quartiere collinare con le strade alle spalle della centrale via Toledo, con una sola fermata intermedia: l’ immancabile corso Vittorio Emanuele.

Il tratto percorso è di 825 metri, superando un dislivello di circa 160 metri. Alla sua realizzazione partecipò l’allora giovane ingegnere Adolfo Avena, che si sarebbe distinto successivamente per gli splendidi edifici Liberty.

Inizialmente, furono installati dei vagoni aperti, coperti solo da una sottile tettoia, sostituiti meno di un decennio dopo, simultaneamente alla “sorella” funicolare di Chiaia, la cui edificazione iniziò poco prima. Queste due funicolari ebbero in comune anche un primo, grande intervento di manutenzione nel 1901.

Nel 1936, periodo di grandi opere pubbliche a Napoli, come l’abbattimento completo, seguito da ricostruzione dell’antico Rione Carità, furono anche sostituiti i vagoni. I nuovi furono mantenuti fino al 1977, quando avvenne un importante cambio di gestione: la funicolare, così come buona parte dei mezzi pubblici della città, andò alla famosa ATAN. A questa azienda si deve l’importante ristrutturazione della stazione del Vomero, che purtroppo ha cancellato l’elegante stile ottocentesco della struttura.

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La funicolare di Montesanto ed il suo primo vagone, da una cartolina degli anni ’20.

Poco tempo dopo, ci fu un altro importante ammodernamento della struttura e, contestualmente alla rapidissima espansione edilizia cittadina, si pensò perfino di aprire una nuova fermata intermedia, tra viale Raffaello e via Girolamo Santacroce. Il progetto non è mai andato in porto.

L’ultimo intervento subito dalla funicolare e dalle stazioni risale al 2005 per i vagoni e al 2008 per l’edificio di Montesanto, ad opera di Silvio d’Ascia. La stazione di Corso Vittorio Emanuele, più piccola e decisamente meno appariscente, è rimasta pressochè uguale nel tempo, similmente a quanto accaduto per le fermate di mezzo della funicolare di Chiaia.

Funicolare Centrale

Forse la più nota e utilizzata tra le funicolari di Napoli, fu inaugurata nella simbolica data del 28 ottobre 1928 (una delle ricorrenze della marcia su Roma) e mette in comunicazione il cuore del Vomero, con via Toledo, andando a sopperire alla minore centralità della più vecchia funicolare di Montesanto.

Partendo da piazza Ferdinando Fuga, non distante dalle altre due funicolari del Vomero, giunge a piazzetta Duca d’Aosta, quasi frontalmente alla Galleria Umberto I. Vi sono due fermate intermedie: una presso le Rampe del Petraio, ed una, ancora una volta, presso Corso Vittorio Emanuele, rendendola una delle strade più collegate della città.

Alla sua realizzazione contribuì l’ ingegnere napoletano Gioacchino Mellucci.

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28 ottobre 1928, la Duchessa d’Aosta partecipa all’inaugurazione della Funicolare Centrale.

Con un tratto di percorrenza di 1270 metri, è la funicolare che affronta il percorso più lungo tra le quattro. I primi vagoni, in legno, sono stati utilizzati dall’inaugurazione alla fine degli anni ’70. Furono sostituiti prima negli anni ’80 e poi nuovamente in tempi più recenti. Oggi uno storico vagone è esposto all’interno della stazione.

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Vagoni in legno, foto degli anni ’70-’80.

Nel caso di queste stazioni, non vi sono stati interventi di restauro particolarmente invasivi, salvo piccoli ammodernamenti, quindi è possibile apprezzare a pieno il loro stile d’altri tempi.

Funicolare di Mergellina

La più recente tra le funicolari di Napoli, collega la collina di Posillipo, da via Manzoni, con il quartiere Mergellina.

Inaugurata nel 1931, nacque come costruzione di un privato per collegare meglio la zona, che in quegli anni stava cominciando ad avere un’aumento di abitanti e di costruzioni.

E’ la funicolare con più fermate, disponendo di tre fermate intermedie: Parco Angelina e San Gioacchino, che sbucano su via Orazio e Sant’Antonio, dove c’è il famoso spiazzo panoramico.

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Cartolina degli anni ’50 che mostra il tratto all’aperto della funicolare di Mergellina.

Con un percorso di 550 metri, oltre a godere di un bel panorama, è anche la funicolare che affronta la maggior pendenza, arrivando in un punto a raggiungerne il 46%. Ed è, tra le funicolari, quella con la minore capienza di passeggeri.

-Leonardo Quagliuolo

Per approfondire:

Azienda Napoletana Mobilità

Atlante della città storica-Vomero” di Italo Ferraro

Napoli millenovecento” dei prof. Giancarlo Alisio e Alfredo Buccaro

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