Giulio Cesare Fontana fu un grande architetto di fama nazionale, che dedicò buona parte della sua carriera alla cosruzione di imponenti opere presso il Regno di Napoli, ma che oggi vede la sua memoria oscurata dall’ombra del più famoso padre, Domenico Fontana, a cui oggi è perfino dedicata una frequentata via nel quartiere Arenella.
Gli esordi di Giulio Cesare Fontana: un’illustre carriera sulla scia di suo padre
Nato nel 1580, per la sua formazione decise di seguire le orme di suo padre, Domenico, e suo zio, Giovanni, con i quali iniziò a collaborare molto presto, per apprendere tutte le tecniche ed i segreti del mestiere di architetto.
Dopo un periodo da apprendista, cresciuto alla corte di Filippo II di Spagna, da cui Domenico Fontana era stato nominato “ingegnere maggiore“, Giulio Cesare Fontana ottenne numerosi incarichi, tra cui la costruzione di teatri e porti in Spagna e ristrutturazioni di vari castelli e fortificazioni nel sud Italia. Ebbe, inoltre, il ruolo di occuparsi del completamento di alcune opere lasciate incompiute dall’ingegnere Borsotto, uno dei più famosi ingegneri di Spagna di quel tempo.
Alla morte del padre, nel 1607, Giulio Cesare ereditò l’incarico del suo genitore per volontà del re, diventando nuovo ingegnere maggiore del Regno.
Le opere in Campania
Similmente a suo padre, Giulio Cesare ebbe una carriera che spaziava tra la Spagna ed il sud Italia. Molte delle sue opere, tuttavia, furono realizzate a Napoli.
Nel 1612, ricevette incarico dal sovrano in persona di occuparsi del completamento e della ristrutturazione delle strutture portuali militari di Napoli, terminando l’Arsenale, tutt’oggi antistante al palazzo reale, che fu iniziato da suo padre. Costruì anche dei depositi di grano nei pressi di Largo Mercatello (oggi Piazza Dante), effettuò importanti ristrutturazioni al Castel Nuovo e fu perfino assunto per la costruzione di alcune navi da guerra.
Opera sua furono anche alcuni lavori avviati dal padre presso le cattedrali di Amalfi e Salerno e il progetto della Porta dell’Annunziata di Aversa.
Tra le sue opere di maggior rilievo, c’è l’aver terminato la costruzione del primo corpo del Palazzo Reale di Napoli: il lavoro fu iniziato dal padre anni prima e lasciato incompiuto per mancanza di fondi, oltre che per la morte di Domenico Fontana. Tuttavia, il progetto fu recuperato dal vicerè Fernando Alvarez de Toledo ed assegnato a Giulio Cesare Fontana, negli anni ’20 del ‘600, quando l’architetto raggiunse l’apice della sua brillante carriera.
La sua opera più nota e tutt’oggi apprezzata da passanti e visitatori è l’edificio dell’Università di Napoli, il cui ruolo fu successivamente cambiato in museo archeologico per volontà di Ferdinando IV di Borbone. In realtà, l’edificio in quella posizione, davanti alle “fosse del grano“, è preesistente: infatti, si trattava di una struttura militare situata fuori dalle mura cittadine, che tuttavia fu completamente ristrutturata e organizzata su due cortili, come la vediamo oggi. Furono apportate ristrutturazioni nei secoli a successivi, che hanno conferito al Museo Archeologico Nazionale l’aspetto odierno.
Morì a Napoli, nel 1627, lasciando in eredità alla città opere che le avrebbero dato lustro, oltre che mantenuto il loro valore nei secoli a venire.
-Leonardo Quagliuolo
Per approfondire:
“La cantina spagnola di Laterza“, di Raffaella Bongermino
Lascia un commento