Afragola ha un nome interessante. Assieme a Giugliano e Pozzuoli è uno dei comuni più popolosi della provincia di Napoli (durante l’epoca borbonica era la città più grande della Terra di Lavoro) ma, come tanti luoghi dell’entroterra campano, è poco valorizzata. A partire dalle origini del suo nome, perse nelle notti del tempo.

C’è infatti chi dice che il nome sia una storpiatura di “fragole” e chi, invece, sia figlio dei cocci di vetro di un vecchio acquedotto.

Stemma Comune Afragola
Lo stemma di Afragola: una mano che impugna le fragole,

L’origine di Afragola: una città normanna

Siamo certi che la zona afragolese sia stata frequentata sin dai tempi del Neolitico. Fu poi frequentata dagli Osci e dai Romani, ma la città di Afragola non esisteva ancora: da un lato era infatti ben nota Atella, dall’altro invece prosperava Acerra, mentre al centro c’erano solo sparuti insediamenti, campi fertili e qualche tomba.

Per scoprire la prima volta in cui viene menzionata “Afraore” dobbiamo chiedere aiuto a Bartolommeo Capasso, che individua in un documento del 1105 la prima volta in cui si parla della città, elencata fra alcuni piccoli feudi concessi al Monastero dei Santi Severino e Sossio. Da quel momento cominciarono a fioccare i riferimenti alla città: da un tale Pagano “de la Frahola” al feudo di “Afragone“, “Afragolla” “Fraola” e tantissime altre versioni durante i tempi degli Svevi. Addirittura Carlo I d’Angiò visitò la città nel XIII secolo, quindi significa che ci fu una crescita molto rapida dell’insediamento, che acquisì sempre maggiore importanza nella Terra di Lavoro.

Il popolo omaggia ruggiero il normanno afragola
Il popolo omaggia Ruggiero il Normanno

Con o senza fragole?

Lo stemma araldico di Afragola è certo: l’origine del nome della città deriva dalle fragole, come potrebbe far sospettare anche l’assonanza fra le parole. In realtà non è proprio certa questa teoria.

Secondo le interpretazioni fragoliste, ci sono due possibilità: il nome potrebbe essere una deformazione di Villa Fragorum (Villa delle fragole), poi deformata in Villafragorum, Afragorum, Afragorum e Afragola. Oppure dal dialettale ‘a fragola, con uno spostamento dell’accento in avanti.

C’è però un problema: non sono mai state note le produzioni di fragole del territorio che, per lo più, era destinato a coltivazioni di cereali. Ed è molto strano, dato che sia gli antichi romani che gli autori locali sono sempre stati molto propensi ad omaggiare i frutti della terra delle campagne campane e molti comuni, come Melito, hanno preso il proprio nome proprio per la produzione locale.

Acquedotto del Serino
In passato gli archi dell’Acquedotto del Serino caratterizzavano diversi panorami della Campania.

L’acquedotto romano

Probabilmente ancora oggi è difficilissimo capire l’importanza che ebbe un’opera come l‘Acquedotto del Serino sull’intero territorio della Campania.

Oltre ad essere stato un vero e proprio miracolo ingegneristico degli antichi romani, fu anche la prima grande opera artificiale che dominò i paesaggi di un’intera regione. Per questa ragione moltissime zone o comuni hanno preso il proprio nome dalla presenza dell’acquedotto romano, come Pomigliano d’Arco. Nel caso di Afragola, c’era una Madonna dell’Arcora lontana dal centro storico (oggi parte di Casalnuovo) e c’era anche una Piazza dell’Arco dove probabilmente correva un pezzo dell’acquedotto romano con i suoi famosi archi rossi. Ovviamente non è giunto nessun reperto.

C’è anche una contrada nei pressi di Afragola chiamata Arcopinto, che un tempo era un villaggio autonomo, poi distrutto e inglobato in Afragola.

Il termine, secondo fonti definite come “prive di validità” da storici locali, potrebbe derivare da “fracha” e “olla“, ovvero ruderi” e “vasi, che sarebbero proprio due termini perfetti per indicare la presenza dell’acquedotto del Serino abbandonato in tempi medievali. Da “Fracholla” o “Fracholle” poi si passò a “Fragolla” e “Afragola“.
Giacinto Libertini, medico e storico locale, suppone invece che sia la storpiatura di Afor’arcora (fuori dagli archi), intendendo sempre l’acquedotto. Queste tesi sono però più legate a congetture linguistiche, non esistendo testimonianze pratiche a supporto.

Un nome storpiato

Perché la città ha visto il suo nome storpiato in ogni modo, rendendo difficilissima la ricostruzione delle sue origini? Ci risponde un cittadino illustre: Gennaro Aspreno Rocco, l’uomo che partì da Afragola per diventare uno dei più importanti latinisti del suo tempo. A suo avviso il problema nacque dall’ignoranza dei suoi stessi concittadini e dei funzionari del tempo che si limitavano a scrivere un nome che veniva pronunciato (e storpiato) continuamente a voce. Almeno finché non si cominciò a codificare una volta e per tutte il nome intorno al XV secolo. All’epoca di Ferrante d’Aragona, infatti, Afragola era ormai un centro urbano autonomo e ben noto. Nel 1576 diventò poi a tutti gli effetti un casale di Napoli.

Oggi con Napoli condivide ancora l’area metropolitana, oltre ad essere la zona industriale della città.

-Federico Quagliuolo

Grazie alla consulenza di Domenico Corcione per la correzione e definizione di questo articolo.

Riferimenti:
Egidio Finamore, Origine e storia dei nomi locali campani, Arcolaio, Napoli, 1966
Giacinto Libertini: Etimologia di Afragola, Researchgate

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