Francesco Buonocore, uomo di vastissima cultura, socievole e amante del lusso, fu il medico personale di Carlo III, nonchè una delle figure più influenti del Regno di Napoli. Ischitano d’origine, fu sempre molto legato alla sua isola, al punto da volerci costruire una così grande e sontuosa villa che avrebbe colpito perfino la famiglia reale.
Le origini ed il successo
Nato nel 1689 da una benestante famiglia ischitana che vantava giuristi e ecclesiastici tra le sue fila, Francesco Buonocore si appassionò fin da molto giovane allo studio di molte discipline, tra cui filosofia e latino, che apprese dal celebre Giambattista Vico in persona. Trovò il suo più grande interesse nella medicina, a cui si introdusse con Nicola Cirillo, noto medico napoletano e parente del più famoso Domenico.
Simultaneamente ai suoi studi di medicina presso l’Università di Napoli, il ventenne Buonocore si appassionò anche alla letteratura ed alla poesia. Oltretutto, iniziò a frequentare gli ambienti più in vista della Napoli dell’inizio del ‘700, partecipando a banchetti, feste e matrimoni delle più note famiglie nobili napoletane del tempo, come i Caracciolo ed i Filomarino e perfino entrando in contatto con importanti figure ecclesiastiche come il futuro papa Clemente XII!
La svolta della sua vita, tuttavia, la ebbe proprio grazie all’amico, oltre che mentore, Nicola Cirillo, che ricevette una richiesta dalla corte di Spagna per un medico da mandare al cospetto del sovrano Filippo V, a Madrid. Non ebbe dubbi su chi suggerire: proprio Francesco Buonocore, a cui il re affidò le cure del giovane principe Carlo III.
Francesco Buonocore trascorse alcuni anni in Spagna e le sue attente cure a Carlo fecero sì che quest’ultimo si affezionasse molto a lui, al punto che, nel 1731, quando Carlo partì per l’Italia per affrontare gli austriaci, volle che Buonocore lo seguisse.
Dopo il trionfale ingresso in Napoli del futuro re Carlo, Buonocore, allora quarantacinquenne, ricevette la più alta onorificenza che un medico potesse ottenere nel Regno, il titolo di “Protomedico”.
Tuttavia, la sua vita all’insegna del lusso continuò ancora a lungo: seguì Carlo III in un viaggio di alcuni mesi in giro per le varie province del regno riconquistato, tra ingressi trionfali, lunghi festeggiamenti e banchetti sontuosi.
Tornato a Napoli, si stabilì, proprio su volontà di Carlo III, nel palazzo reale, in delle stanze a lui dedicate. Possedeva anche un edificio presso piazza Santa Maria la nova ed una grande proprietà ad Ischia. Inoltre, l’elevato stipendio che percepiva per via del suo nuovo titolo, oltre che per essere il medico personale del re, gli permisero di accrescere ulteriormente la sua vasta cultura, in particolar modo nella direzione della letteratura, per cui ebbe da sempre una particolare attrazione, al punto che Bernardo Tanucci, fidato ministro di Carlo III, lo definì “una biblioteca ambulante”. Lo stesso non si può dire circa il mondo della medicina, a cui non diede contributi con scoperte e ricerca, nè volle insegnare all’Università. Preferì, piuttosto, concentrarsi sulla vita pubblica e sulle discipline umanistiche.
Francesco Buonocore e l’isola d’Ischia
Francesco Buonocore rimase sempre molto legato alla sua Ischia, anche quando fu introdotto a tempo pieno nella vita di corte. Addirittura, era così legato alla sua isola natia che vi tornò spesso anche quando la campagna di riconquista del Regno di Napoli era ancora in corso.
La sua destinazione prediletta, a Ischia, era la sua sontuosa residenza, che sorgeva sulla collina di Sant’Alessandro, circondata dal verde che caratterizza Ischia e davanti alla quale era presente un lago, che successivamente sarebbe diventato il porto che vediamo oggi.
Francesco Buonocore, che ne volle la costruzione nel 1735, espanse di molto la sua proprietà, acquistando tutti i terreni circostanti la collina e lo stesso lago.
Internamente, era ricca di arredi lussuosi, tra cui vasi di ceramica di Capodimonte, rispecchiando a pieno il tipo di vita a cui il proprietario era oramai abituato. Erano, inoltre, presenti diverse iscrizioni su lastre di marmo e delle cancellate che riportavano le sue iniziali, “F. B.”, preparando i suoi ospiti, le persone più in vista del Regno, fin dall’ingresso nella proprietà di Buonocore allo sfarzo che avrebbero visto all’interno.
Ma la sua dimora non era soltanto un luogo dove accogliere e stupire i suoi illustri ospiti, bensì anche un luogo di ricevimento, di grande lusso, per accogliere i suoi pazienti, spesso nobili di alto rango.
Sempre più potente e ben inserito nell’alta società del Regno di Napoli, Buonocore volle avere voce in capitolo in particolare ad Ischia, non solo nell’ambito della nobiltà e della politica, ma anche a livello ecclesiastico: fece costruire a sue spese la nuova sede del Seminario dell’isola, nell’allora Borgo di Celso, oggi nota come “zona ponte” del comune di Ischia, con grande compiacimento di Carlo III.
Fu opera sua, inoltre, una commissione che aveva il compito di regolamentare le attività delle farmacie di tutto il Regno.
Gli ultimi anni e la morte
Nel 1758, il re di Spagna Ferdinando VI, fratello di Carlo III, si ammalò gravemente e Buonocore fu immediatamente chiamato a far parte del gruppo di medici che si sarebbero occupati delle sue cure.
Nonostante Carlo III lasciò Napoli alla morte di suo fratello, per assumere il trono di Spagna, il dottor Buonocore vi rimase, rimanendo alla corte del giovanissimo Ferdinando I e di Bernardo Tanucci, a cui era stata affidata la reggenza.
Proprio a Napoli, Francesco Buonocore morì, nel 1768. Le sue spoglie si trovavano in una chiesa che sarebbe stata sostituita da quella dedicata a San Francesco di Paola, davanti al palazzo reale, in cui trascorse buona parte della propria vita.
La sua sontuosa residenza cessò di essere della famiglia Buonocore nel 1799, poichè, dopo gli eventi della rivoluzione, fu destinata a diventare una reggia! Infatti divenne residenza dei Borbone delle Due Sicilie, che la acquistarono con tutti i terreni che erano stati inclusi nella proprietà da Francesco Buonocore, compreso il lago.
Ferdinando II renderà quel lago il porto che vediamo tutt’oggi e vi costruirà nelle immediate vicinanze l’edificio delle terme comunali, anch’esso ancora presente.
Dopo l’Unità, la reggia divenne uno stabilimento termale militare, ruolo che ha mantenuto anche ai giorni nostri.
-Leonardo Quagliuolo
Per approfondire:
http://www.larassegnadischia.it/Letteratura/speciali/preale.pdf“La villa reale presso il porto d’Ischia e il protomedico Francesco Buonocore” del prof. Paolo Buchner
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