Vic Barney, un soldato britannico, fu tra le numerose persone che videro un punto di svolta nella propria vita al seguito di un soggiorno a Napoli. Da sempre appassionato di calcio, trovò la perfetta occasione per unire l’utile al dilettevole quando fu messo a capo del progetto di ricostruzione dello stadio del Vomero.
Un incarico inaspettato
Classe 1922, il poco più che ventenne soldato di fanteria Vic Barney si arruolò nell’esercito del Regno Unito e prese parte, assieme agli Alleati, a delle operazioni su suolo italiano. Fu proprio la sua carriera militare a portarlo a Napoli per la prima volta.
Nel 1945, gli capitò un’occasione interessante: gli fu assegnato un ruolo di primo piano nel progetto di ricostruzione e riqualificazione dello “Stadio del littorio“, che sarebbe stato sucessivamente noto come “Stadio Arturo Collana“, anch’esso, come lo stadio Ascarelli, devastato dai bombardamenti.
Quale migliore occasione per lui, che fin da bambino era un grande appassionato di calcio! Infatti, nonappena il terreno tornò utilizzabile, non mancò occasione di giocare delle partite con i suoi commilitoni.
Con la fine del conflitto, il passaparola non fece aspettare molto tempo perchè le partite tra soldati, stremati dalla scia di morte della guerra e desiderosi di divertimento, diventassero molte di più e a cadenza regolare: lo stadio aveva ufficialmente avuto una nuova vita.
Storia dello stadio Collana
Inaugurato nel 1929 come “Stadio del Vomero“, il suo nome fu in breve tempo cambiato con il più trionfalistico nome “XXVIII Ottobre”, in memoria della data della Marcia su Roma. Divenne poi noto come “Stadio del littorio” e, durante la seconda guerra mondiale, fu utilizzato come luogo di detenzione dai nazisti.
Danneggiato dai bombardamenti e dalle insurreizioni delle Quattro Giornate (a cui oggi è dedicata la piazza antistante), fu ricostruito e ribattezzato “Stadio della Liberazione“. Solo negli anni ’60 fu dedicato al giornalista Arturo Collana.
Inadeguato per contenere i numerosi tifosi del Napoli e delle sue altrettanto celebri squadre avversarie, il suo ruolo divenne sempre più secondario, per poi essere spodestato dallo Stadio San Paolo di Fuorigrotta, oggi dedicato a Diego Armando Maradona.
Un inglese al Napoli
Tra il 1945 e il 1946, l’inglese Vic Barney, che non rinunciava mai a prendere parte a delle partite presso il suo affezionato stadio ricostruito, fu più volte invitato a giocare assieme ai calciatori della Società Sportiva Calcio Napoli. Era l’unico straniero in una squadra di soli italiani, ma che lo segnò profondamente e gli permise, inoltre, di legarsi ai suoi compagni di squadra.
Terminata la guerra, si stabilì a Londra con sua moglie. Nel corso degli anni ’50, rimase legato al mondo del calcio, sia come giocatore, che come allenatore, ma rimanendo nell’ambito del Regno Unito. Tuttavia, non gli mancò occasione di tornare a Napoli, stavolta come turista.
La sua ultima visita in città fu nel 1992. Morì nel 2006, ad 84 anni, dopo una vita trascorsa inseguendo la sua passione per il calcio, perfino in tempi di guerra.
-Leonardo Quagliuolo
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