Il Vomero custodisce, tra le sue affollate strade, una serie di villette che ricordano i primi abitanti del quartiere, ricchi possessori di eleganti dimore, ben lontane dal caos cittadino del Centro e che avevano a portata di mano un incantevole panorama. Tra i primi a mettere mano sull’allora rigogliosa collina napoletana fu l’ingegnere Adolfo Avena, uno dei pionieri del liberty napoletano.

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Gli studi e i primi incarichi

Adolfo Avena nacque a Napoli, poco prima dell’ Unità, nel 1860. Figlio di un professore universitario di matematica, probabilmente fu lui a trasmettergli il fascino per questa materia, che decise di applicare differentemente rispetto al suo genitore: si iscrisse infatti alla facoltà di ingegneria dell’Università di Napoli e si laureò a ventiquattro anni, nel 1884.

Il suo primo interesse fu rivolto alla realizzazione di tranvie e funicolari: infatti, il primo progettò che realizzò, in collaborazione con Stanislao Sorrentino, fu per una fermata della funicolare, da via Toledo a corso Vittorio Emanuele, risalente al 1885. La funicolare centrale, tuttavia, vide la sua conclusione definitiva solo nel 1928 e porta la firma, tra gli autori, di un altro importante ingegnere napoletano, Gioacchino Mellucci.

Contribuì, inoltre, a diversi lavori, tra cui la risistemazione di strade a Montecalvario, di via Salvator Rosa, via Tasso e progettò le scale di Montesanto.

Nel 1886, Adolfo Avena progettò una funivia per gli spostamenti in città, come mezzo pubblico alternativo alla nascente funicolare, anticipando di molti anni il progetto che sarebbe sorto tra Fuorigrotta e Posillipo. La sua idea, in verità, era di inserire questo nuovo sistema di trasporto in pieno centro. Il progetto di Avena ricevette le attenzioni perfino del francese Eiffel, celebre per la torre. La proposta fu anche discussa in Comune, ma non fu mai realizzata.

Adolfo Avena ferrovia del Vomero
Progetto di Adolfo Avena della “Ferrovia del Vomero“, che avrebbe collegato via Toledo, nei pressi della Galleria Umberto I, al Castel Sant’Elmo. Da: “Vomero” di Italo Ferraro

Lo stesso anno, ricevette un incarico dal governo per il restauro di monumenti a Roma, che accettò ben volentieri e che svolse con grande dedizione. Si occupò anche del restauro di parte della facciata di palazzo Donn’Anna e del duomo di Ravello.

Successivamente, ricevette l’incarico di direttore dell’ufficio regionale monumenti, occupandosi del restauro di molte opere specialmente al Meridione. I suoi lavori furono esposti all’Esposizione Nazionale di Torino del 1898.

Adolfo Avena monumenti italia meridionale
Pubblicazione di Adolfo Avena sul restauro dei monumenti dell’Italia Meridionale

Gli fu affidato, tempo dopo, il restauro dell’arco di trionfo di Alfonso d’Aragona presso Castel Nuovo, i cui progetti furono tanto apprezzati dall’allora Ministro della pubblica istruzione da volerli presentare all’Esposizione Universale di Parigi del 1900.

Avena arco aragona
Pubblicazione di Adolfo Avena sul restauro dell’arco di Alfonso d’Aragona

Le nuove ville del Vomero

A partire dal 1910, iniziò la progettazione e la costruzione di villette residenziali nel nascente quartiere del Vomero, che vedeva in quegli anni sorgere le prime strutture nei pressi di piazza Vanvitelli. Costruì anche a Chiaia, in via del Parco Margherita, ma alcune delle sue opere sono state demolite nel dopoguerra.

Tra le prime strutture che edificò al Vomero, ci fu villa Scaldaferri, in via Mattia Preti, oggi abbattuta per far posto ad un grande condominio, edificato negli anni ’60.

Villa Scaldaferri Adolfo Avena
Villa Scaldaferri in via Mattia Preti, di Adolfo Avena. Oggi sorge un supermercato alla base di un grosso palazzo.

Non lontano da questa villa, c’è un altro particolare edificio, su via Cimarosa, che porta la Firma di Avena, datato 1918: villa Catello-Piccoli, che sorge esattamente di fianco alla Floridiana, le cui adiacenze videro in quell’epoca anche interventi edilizi del noto architetto Lamont Young. Come da caratteristica tipica delle opere di Adolfo Avena, sul fianco dell’edificio c’è la firma dell’autore.

Adolfo Avena villa catello piccoli
Particolare di villa Catello-Piccoli. Il balcone è stato modificato rispetto all’aspetto originario, così come lo spazio sottostante, che oggi ospita un negozio. Foto da: “Il Vomero” di Giancarlo Alisio.

Uno dei luoghi in cui maggiormente si focalizzò a creare villette in stile Liberty fu l’area compresa tra piazza Ferdinando Fuga e le panoramiche via Luigia Sanfelice, via Gioacchino Toma e via Filippo Palizzi, che tutt’oggi conservano le opere dell’ingegnere Avena, talvolta con modifiche strutturali, ma il cui stile è ancora inconfondibile.

All’imbocco di via Gioacchino Toma da via Luigia Sanfelice, il primo edificio che si incontra è villa Loreley, una delle prime costruzioni vomeresi di Avena, del 1912.

Villa Loreley, particolare del balcone del primo piano. Foto da: “Il Vomero” di Giancarlo Alisio

Percorrendo via Palizzi, invece, si può incontrare la ben più grande villa Ascarelli, del 1913.

Villa Ascarelli, Adolfo Avena
Villa Ascarelli, facciata principale. Foto da: Google Maps

Nel 1922, si dedicò alla costruzione di uno dei suoi edifici più famosi, all’angolo tra via Tasso e Corso Europa: villa Spera. Anche questa, non meno delle altre sue creazioni, è curata nei minimi dettagli, con qualche tocco neomedievale. E’ considerata l’opera più bella dell’ingegnere Avena.

Con facciate tutte diverse e riccamente decorate, archi, finestre di varie forme e dimensioni, torrette e tegole, la struttura che segue l’andamento, pendente, della collina e gode di uno splendido panorama, similmente a molte altre costruzioni di Adolfo Avena, in posizioni decisamente privilegiate da questo punto di vista.

Originariamente, erano presenti delle finestre con vetro colorato, distrutte durante la guerra. Periodo in cui, inoltre, la villa fu occupata dai nazisti. Dopo le Quattro giornate, la villa rimase abbandonata fino a tempi recenti, in cui è stata acquistata da privati, che l’hanno adibita a luogo per eventi. Nella sua storia, è stata anche utilizzata per delle scene di film, tra cui “Giallo Napoletano“, del 1979.

Adolfo Avena villa Spera
Villa Spera in una foto d’epoca

Ovviamente, Adolfo Avena non mancò di realizzare un’abitazione per sè stesso e la sua famiglia. E decise di farlo proprio nel luogo a cui ha dedicato così tanto impegno per soddisfare i suoi committenti con eleganti residenze: il Vomero.

villa Avena
Villa Avena in una foto d’epoca

Villa Avena si trovava tra le attuali via Mattia Preti e via Andrea Vaccaro. Tuttavia, fu demolita negli anni ’50, per far posto ai nuovi palazzi oggi visibili al posto di questa e molte altre villette scomparse.

Una delle ultime, quanto importanti opere dell’ingegnere fu l’edificio che si trova tra via Cimarosa e piazza Fuga e che fa da ingresso a villa Haas, concluso nel 1930 e tutt’oggi caratterizzante uno dei luoghi più noti e frequentati del quartiere.

L’eredità di Adolfo Avena

Quando Adolfo Avena morì, nel 1937, subentrò suo figlio, Gino Avena, a sostituirlo.

Quest’ultimo si distinse nettamente dallo stile Liberty del padre nella maggior parte delle sue costruzioni, assumendone uno più in linea con le “mode”dell’epoca. Sono sue diverse costruzioni a Napoli.

Oggi, quando ci capita di passeggiare al Vomero, uno dei quartieri più alla moda di Napoli, se ci capita di vedere la firma “Avena” su un palazzo, sapremo che anche quell’edificio è una griffe di eccellenza napoletana.

Avena luigia sanfelice
Edificio di via Luigia Sanfelice di Gino Avena. Si nota un’ispirazione allo stile adottato dal padre. Foto d’epoca.

-Leonardo Quagliuolo

Per approfondire:

Vomero” di Italo Ferraro

Il Vomero” di Giancarlo Alisio

Le strade del Vomero” di Antonio La Gala

Italia Liberty

Palazzi di Napoli

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